A spasso tra le risaie e i castelli della Lomellina


Pur abitando a Pavia, non conoscevo affatto la Lomellina, perciò ho accettato con entusiasmo l’invito a un tour organizzato proprio in questa zona dall’Ufficio del Turismo della Provincia di Pavia.

Di prima mattina siamo arrivati a Vigevano: la giornata, nebbiosa e umida, non prometteva bene. E invece proprio la nebbia ha regalato alla prima tappa del nostro tour un’aria misteriosa e ovattata. Io l’ho trovata una città elegante, belle vie, bei negozi, per non parlare della splendida Piazza Ducale, disegnata dal Bramante alla fine del XV secolo e costruita per volontà di Ludovico il Moro.

DSC02452 copia

DSC02475 copia

Vicino alla piazza, sorge il Castello Sforzesco, che rivela angoli nascosti sorprendenti: le tre imponenti scuderie e la strada coperta sotterranea costruita dai Visconti nel XIV secolo.
E in alcune sale del Castello un piccolo gioiello: il Museo internazionale della calzatura, che espone una bella collezione di scarpe (fiore all’occhiello dell’industria vigevanese). Vi sono esemplari antichi, la pianella quattrocentesca attribuita alla duchessa Beatrice d’Este, moglie di Ludovico il Moro, a cui è dedicata la sala multimediale, e un’esposizione di scarpe da inizio secolo scorso fino ai giorni nostri. Non manca una sezione etnica, con pezzi provenienti da varie parti del mondo. La scarpa con i brillantini che vedete qui sotto mi ricorda quella di Cenerentola ed è la mia preferita tra i circa 400 bellissimi esemplari in mostra. Ma c’è anche, tra gli altri, un sandalo molto Sex&theCity di Manolo Blahnik e uno stranissimo stivale a forma di Italia. Da vedere. E l’ingresso al Museo è anche gratuito…

DSC02461 copia

DSC02462 copia

DSC02465 copia

Giunta l’ora di pranzo e pronti per la tappa successiva, ci siamo diretti a Olevano Lomellina, un borgo antico circondato da risaie. A proposito, lo sapevate che si dice “pannocchia di riso” e “spiga di mais” (e non il contrario come avevo sempre pensato)?
Ce l’ha insegnato Cristiana Sartori alla Tenuta San Giovanni, una suggestiva cascina lombarda del 1700, circondata da giardini e spazi all’aperto, che ci ha ospitato per il pranzo del nostro tour in Lomellina.

DSC02502 copia

Nel delizioso ristorante dell’agriturismo “Alla corte del leone” si possono gustare, tra l’altro, i tre risi prodotti nei 30 ettari di risaie biologiche della tenuta: il Carnaroli, il Nero di Lomellina e il Rosso Ermes. 
Potevamo non assaggiarli?
Il cuoco Angelo ha preparato, sotto ai nostri occhi, un magnifico riso nero con verdure dell’orto, che proverò a replicare. Se mi viene bene, condividerò con voi la ricetta. E poi un risotto Carnaroli con fiore di zucchina ripieno, da leccarsi i baffi. Per finire una panna cotta con salsa di arancia al profumo di rosa rugosa preparata con veri petali di rosa… indimenticabile. Il tutto accompagnato da vini rigorosamente dell’Oltrepò Pavese. Fra l’altro, la Tenuta San Giovanni fa parte di Tra le terre, un’associazione di sei realtà rurali, tutte al femminile, che promuove la cultura e le tradizioni del territorio pavese.

DSC02493 copia

DSC02495 copia

Il giro in bicicletta tra le risaie ci ha fatto conoscere un sacco di cose interessanti sulla coltivazione del riso biologico: Cristiana ci ha parlato, con grande passione (le si legge negli occhi quanto le piace il suo lavoro…), delle numerose strigliature, per distruggere le piante infestanti, delle rotazioni colturali e delle tecniche di concimazione naturale. Abbiamo potuto riconoscere nei fossi tra le risaie l’Eterantera (dal nome difficile da ricordare che richiama una filastrocca per bambini), una pianta infestante che, in realtà, è molto carina e assomiglia a una piccola ninfea. E che viene debellata, in certe coltivazioni, dall’immissione, nell’acqua di coltura, di una particolare specie di carpe, ghiotte di questa pianta.

Il tempo è volato, il Castello di Sartirana è stata l’ultima destinazione della nostra gita in Lomellina. Last, but not least… Infatti, grazie alla Fondazione Sartirana Arte, il Castello ospita quadri e sculture di notevole valore artistico, mobili di antiquariato e vari pezzi della collezione Kartell, da quelli anni 80 a pezzi più recenti disegnati da Patricia Urquiola.
Stupefacente la collezione di abiti vintage dei più noti stilisti italiani: Valentino, Gianfranco Ferré, Gianni Versace, Gattinoni, ma anche abiti da sera sontuosi di Galitzine, Raffaella Curiel, Roberta di Camerino, insomma, una piccola storia dell’alta moda italiana.

DSC02521 copia

DSC02517 copia

Molto interessante La Pila del Castello, un antico magazzino di stoccaggio e lavorazione del riso, il cui nome deriva dal processo di pilatura che trasformava il riso grezzo in riso bianco. In alcune sale, che presentano ampie capriate in legno e pavimenti in cotto, sono in mostra alcuni pezzi storici (vestiti e foulard) della collezione dello stilista degli anni 60 e 70 Ken Scott.

La giornata è passata in fretta e ha portato piacevoli sorprese. Approfittatene anche voi e seguite il mio consiglio di organizzare al più presto una gita fuori porta in Lomellina.

YOU MIGHT ALSO LIKE

Louisiana: un museo da favola alle porte di Copenhagen
August 02, 2017