La carota viola, concentrato di salute


L’aspetto non è particolarmente affascinante. Lo devono aver pensato nel 1500 anche gli Olandesi. E infatti a quel tempo, in onore delle dinastia regnante degli Orange, attraverso una serie di selezioni, hanno creato la carota che noi siamo abituati a consumare, caratterizzata da un bel colore arancione.

Eppure le carote viola hanno un’origine antichissima, pare addirittura che risalgano al 3000 avanti Cristo e che siano state importate in Europa nel Medioevo. Poco conosciute e poco usate, forse perché tendono a tingere di colore scuro qualsiasi alimento con cui vengono in contatto, sono molto salutari, anche più delle loro “cugine” arancioni.
Contengono, come le comuni carote, sali minerali (tra cui potassio, ferro e calcio) e vitamine. Ma a questi preziosi alleati della salute associano le proprietà degli antociani, a cui la carota viola deve il suo colore, responsabili della colorazione anche di altri ortaggi come il cavolo rosso e frutti come i mirtilli e le more. Si tratta di potenti antiossidanti che proteggono le cellule dall’azione dei radicali liberi, contrastando l’invecchiamento dei tessuti. Inoltre le carote viola possiedono anche qualità antinfiammatorie e favoriscono la microcircolazione sanguigna.
Possono essere consumate come le normali carote arancioni, o potete ispirarvi alla mia vellutata con i fiori.

Carota di Polignano
Di colore viola, giallo e arancione, viene coltivata in area piuttosto ristretta, principalmente nella frazione San Vito, vicino a Polignano Mare, in provincia di Bari.
Ha ottenuto il riconoscimento di Presidio Slow Food, per premiare “il recupero e la valorizzazione di questo ortaggio… e la vecchia tradizione di coltivazione e le sementi custodite per generazioni dalle famiglie del luogo”.
La carota di Polignano presenta un contenuto di glucosio, fruttosio e saccarosio inferiore al tipo più comune, quindi è molto indicata a chi deve seguire una dieta ipoglicemica.

 

 

 

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