Strudel tradizionale di mele


Stavo pensando alla mia prossima vacanza in Val Badia, l’estate che viene, e, pregustando i dolci altoatesini, mi è venuta voglia di fare uno strudel, complice il tempo non proprio “estivo” di oggi. Oltretutto so di fare un grande piacere ai miei nipoti che lo amano con una cucchiaiata di gelato alla crema della nostra gelateria preferita, da Cesare, in Corso Garibaldi a Pavia.
È un dolce che si prepara in poco tempo, è goloso ed è buonissimo servito tiepido o addirittura caldo.
Ce ne sono tantissimi versioni: questa è quella che preparo di solito, molto tradizionale, ma ci si può sbizzarrire in inverno con pere e gocce di cioccolato, e in questa stagione, l’estate, con pesche e amaretti sbriciolati, fragole, albicocche, ciliegie e tutto ciò che suggerisce la vostra fantasia… o il vostro orto!
A me piace moltissimo anche con la pasta frolla al posto della sfoglia.

Ingredienti:
un classico rotolo di pasta sfoglia oppure di pasta frolla
tre/quattro mele, del tipo che preferite
50 g di zucchero di canna
60 g di uvetta sultanina
25 g di pinoli
cognac o rum
un limone non trattato
un cucchiaino di cannella in polvere
zucchero a velo

Sbucciate le mele e, dopo averle tagliate in piccoli pezzi, mettetele in una terrina. Aggiungete lo zucchero di canna, cognac a piacere, l’uvetta precedentemente ammorbidita in acqua calda, i pinoli, la scorza grattata di un limone non trattato e un cucchiaino di cannella. Intanto accendete il forno e portatelo alla temperatura di 180°.
Mescolate il tutto e adagiate il composto su metà della pasta stesa sulla carta forno, quindi ripiegate in modo da formare una specie di grosso panzerotto, una mezza luna.
Infornate e cuocete lo strudel per circa per una quarantina di minuti, controllandolo di tanto in tanto. Una volta servito sul piatto di portata, spolverizzate con zucchero a velo. Servitelo accompagnato con gelato alla vaniglia.

Una versione salata dello strudel, molto saporita, a base di coste, olive, capperi e uvetta, la trovate a questo link.

I pizzi un po’ ingialliti che vedete nella foto, che mi piacciono un sacco e che sanno tanto di tradizione, erano di mia nonna e forse anche della mia bisnonna, inizio secolo scorso…

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